Continuano le avventure a Wildemount. In questa pagina sono rieassunte le sessioni 11-15.

Sessione 11: l'agguato

E’ ormai tarda serata quando il gruppo lascia il Barone per tornare alla locanda di Milly. I tre amici parlano degli avvenimenti della giornata mentre attraversano i vicoletti del quartiere di Porfiria. Le botteghe sono vuote e la zona, che durante la giornata risuona del frastuono delle fucine, accompagna la passeggiata dei tre amici con un rilassante silenzio.

Erode, Finnan e Jan sono stanchi e le loro menti cercano di fare ordine tra le tante informazioni che hanno appreso. Essi non si accorgono che, nell’ombra, alcune figure li stanno seguendo.

La stradina che i tre stanno percorrendo si apre in una piccola piazzetta con al centro un pozzo. Una mezza dozzina di vicoli bui confluiscono verso lo slargo. Il gruppo raggiunge il pozzo quando Finnan nota qualcosa: un’ombra, un movimento al limite della sua vista periferica. L’halfling riesce giusto in tempo ad accorgersi del pericolo: 6 individui, armati di cerbottane, attaccano i tre amici.

Finnan riesce a reagire in tempo e schiva il colpo diretto verso di lui. Erode e Jan, invece, vengono colpiti con due dardi. Erode sente il suo corpo invaso da una qualche forma di veleno. Le gambe cominciano a tremare, la vista si annebbia per un attimo. Con un notevole sforzo il ladro riesce a restare lucido. Si guarda intorno per capire cosa stia succedendo e vede l’amico Jan cadere a terra svenuto.

La reazione di Finnan e’ immediata: il barbaro afferra il suo martello da guerra e si lancia verso due banditi. Mentre cerca di colpirne uno si accorge che altre figure, armate di mazze chiodate, sono pronte ad attaccare lui ed i suoi amici. Attira su di se gli attacchi di 5 nemici. Tre di questi cercano di colpirlo con i dardi avvelenati, mentre gli altri due cercano di colpirlo con le mazze chiodate. Si combatte in spazi molto stretti e Finnan cerca di utilizzare la situazione a suo vantaggio. Utilizzando la sua forza, il barbaro scaraventa di lato uno degli assalitori e si infila in un vicolo. I suoi assalitori a questo punto hanno poco spazio per colpirlo e hanno visuale limitata sull’halfling. Un dardo lo raggiunge. Finnan sente il suo corpo invaso dal veleno ma la rabbia con cui combatte gli permette di non perdere i sensi e di continuare a sferrare colpi ai suoi assalitori.

Nel frattempo Jan ha ripreso conoscenza. Il ragazzo si guarda intorno: e’ circondato da nemici ed Erode sta correndo verso l’ingresso di una delle botteghe che si affacciano sulla piazzetta. Vede Finnan sparire in un vicolo e per un momento teme che l’amico li abbia abbandonati. Con notevole sforzo raggiunge Erode all’ingresso della bottega. Il ladro nel frattempo e’ intento a scansare i dardi con cui gli assalitori lo stanno bersagliando. Grazie anche al Theki Root, Erode riesce a contenere l’effetto del veleno e a rimanere sveglio, poi entra nella bottega vuota e dall’interno scaglia freccie col suo arco mentre sfrutta il buio per nascondersi dai nemici.

Jan segue l’amico nella bottega, ma alle calcagna ha due nemici armati di mazze chiodate. Il giovane umano deve utilizzare la sua agilita’ per evitare i colpi degli assalitori e riuscire ad entrare nel piccolo edificio. E’ al sicuro, per il momento, complice l’oscurita’ della bottega.

Finnan sta urlando a gran voce sperando che qualcuno nel quartiere semideserto possa arrivare in loro soccorso. Il suo fianco destro e quello sinistro sono protetti dalle pareti delle piccole abitazioni che delimitano il vicolo. Di fronte a lui due assalitori, armati l’uno di cerbottana e l’altro di mazza chiodata, cercano di colpirlo. Dietro di loro altri tre nemici cercano invano di attaccarlo coperti dai loro stessi compagni. Il barbaro usa il suo martello per parare i colpi degli avversari piu’ vicini e per rispondere ai loro attacchi mentre, contemporaneamente, tiene sotto controllo gli assalitori piu’ lontani. Uno di questi sta per lanciare un altro dardo quando, di colpo, si ferma: la schiena si curva mentre la faccia si contorce in una smorfia di dolore. La punta di una spada e’ emersa dal suo addome. L’essere cade a terra morto. Dietro di lui, armato di due rapier,  Gil-Galad e’ arrivato in soccorso del gruppo.

Gil-Galad

Lo gnomo continua ad attaccare gli assalitori. Mentre effettua stoccate con le sue armi, il paladino confonde i nemici pronunciando aforismi e schernendoli con frasi ad effetto. Gil-Galad uccide un secondo bandito e ne ferisce un terzo. Poi arretra in un vicolo e si prepara a difendersi dalla reazione degli assalitori.

Nel frattempo, nell’oscurita’ della bottega, Erode pronuncia la parola arcana e la chiave magica si trasforma in coltello. Il ladro raggiunge la porta bloccando i due assalitori che inseguivano Jan. Usa la sua arma per sferrare un terribile colpo ad uno dei due. A quel punto, pero’, si ritrova bloccato in una scomoda posizione con due nemici pronti a sfogare la loro rabbia su di lui. Erode e’ agile e riesce a schivare un paio di colpi, ma gli assalti sono tanti e alla fine l’halfling soccombe. Un primo colpo lo fa barcollare, un secondo gli lacera l’addome. Il ladro sta per cadere quando un colpo potente alla testa gli fa perdere i sensi. Jan, a quel punto, vedendo l’amico cadere, capisce che gli assalitori hanno intenzione di catturarli vivi.

La situazione e’ grave: Erode e’ a terra e Finnan e’ alle prese con diversi nemici. Jan estrae dalla borsa una boccettina e ne spruzza il contenuto su tutti i nemici che riesce a vedere dall’interno della bottega. Diversi assalitori vengono colpiti dalla sostanza acida e urlano per il dolore. Con una punta di rimorso, Jan nota che anche Erode e’ stato colpito dal suo liquido corrosivo. Il ragazzo afferra l’amico e cerca di tirarlo all’interno della bottega, ma il corpo inerme del ladro e’ troppo pesante e Jan deve rinunciare. D’altra parte il suo attacco ha di nuovo ribaltato le sorti del combattimento con diversi assalitori che si contorcono per il dolore delle bruciature.

A questo punto la piazza e’ diventata teatro di un cruento gioco a nascondino. Quattro briganti armati di cerbottana sono ancora in vita e cercano in tutti i modi di colpire il gruppo per renderlo inoffensivo. I loschi figuri speravano in un attacco lampo ma il loro piano non ha avuto successo. Gil-Galad sente rumori di passi: altri stanno per unirsi allo scontro. Lo gnomo estrae una fionda con cui cerca di colpire i nemici al riparo della protezione offerta dal vicolo.

Erode e’ ancora a terra. Jan nota che le condizioni dell’amico stanno peggiorando: gli occhi diventano lividi e la pelle sta perdendo colorito. I due briganti che lo avevano attaccato afferrano Erode e scappano via. Jan allora estrae la sua pistola ed esplode un colpo in direzione dei due fuggitivi. Lo sparo sorprende tutti i presenti i quali non avevano mai sentito un rumore cosi’ assordante. Il proiettile colpisce uno dei briganti il quale, pero’, barcollando continua la sua fuga. Jan e’ sull’uscio della bottega. Il braccio teso a mirare contro i nemici. Uno degli assalitori, a pochi passi da lui, porta la sua cerbottana alla bocca. Sta ansimando: l’acido di Jan gli ha corroso mezza faccia. L’essere inspira profondamente per attaccare Jan con la sua arma. Poi cade sulle ginocchia, esausto esala l’utlimo respiro e cade a terra morto.

Quattro assalitori stanno cercando di scappare. Uno di loro tiene sulle spalle il corpo immobile di Erode. Jan sta prendendo la mira e si prepara ad esplodere un altro colpo. Gil-Galad si lancia sui nemici in fuga e ne uccide uno. Poi si rivolge agli altri intimandogli di arrendersi. Nonostante la sua stazza ridotta le parole dello gnomo hanno un grande effetto sui briganti. A questo punto un Monolith emerge da uno dei vicoli. Il nano ha sentito le parole di Gil-Galad e, senza esitazioni si lancia sul bandito che sta trasportando Erode. Il brigante lascia il suo fardello e si da alla fuga seguito da uno dei suoi compagni. Un terzo assalitore si arrende. Il Monolith allora si lancia in soccorso di Finnan, mentre Jan e Gil-Galad curano Erode.

Nel frattempo, nell’angolo opposto della piazza, Finnan e’ ancora impegnato nal combattimento contro 4 assalitori. Due di questi gli sono addosso, un altro cerca di colpirlo con la cerbottana, mentre il quarto cerca di farsi strada per attaccare Finnan con la sua mazza chiodata. La scena e’ quasi ridicola con i 4 briganti che si danno fastidio a vicenda mentre Finnan sferra i suoi colpi micidiali. Due dei quattro assalitori sono visibilmente feriti. Uno di questi e’ ancora ricoperto dal liquido corrosivo di Jan e in pochi secondi cade a terra morto. L’altro sta barcollando quando Finnan lo colpisce con il suo martello. Il barbaro vuole risposte ed infligge un colpo non mortale che fa perdere i sensi al brigante. Dei due assalitori rimasti, uno si arrende e l’altro cerca di scappare, ma il Monolith lo afferra immobilizandolo.

La battaglia e’ finita. Il respiro dei presenti rallenta fino a ritrovare un ritmo normale. Nonostante l’inferiorita’ numerica e grazia all’aiuto di Gil-Galad, gli eroi di Grimgolir sono riusciti a sopravvivere all’attacco. Ora e’ il momento di avere risposte: chi ha organizzato l’imboscata?

Sessione 12: il covo segreto

Quando la situazione si calma il Monolith riconosce i medaglioni al collo di Erode, Finnan e Jan e chiede subito istruzioni ai tre amici. Questi cercano indizi su quanto accaduto analizzando i vestiti e l’equipaggiamento degli assalitori. Trovano dei soldi ed un Coin of Delvin, ma nessuna informazione utile.

Durante la ricerca, Finnan, ormai esausto per la battaglia, perde il controllo dell’energia che si porta dentro ed il suo corpo inizia a trasformarsi. L’halfling percepisce cio’ che gli sta accadendo e, immediatamente, cerca di nascondere il suo volto sotto il cappuccio. 

Erode e Jan notano il suo comportamento strano e si accorgono che la pelle dell’amico e’ diventata verde. Jan e’ particolarmente preoccupato da quella trasformazione. Poi Finnan estrae una fiasca di liquore e ne beve il contenuto. Lentamente il suo corpo torna normale, ma la preoccupazione di Jan non si placa.

Finita la perquisizione degli assalitori, Erode, Finnan e Jan chiedono al Monolith di portare i prigionieri in galera e invitano Gil-Galad alla taverna di Milly. Qui, dopo aver consumato un leggero pasto, i 4 si ritirano nelle loro stanze per mettersi a dormire. Erode divide la stanza con Gil-Galad. Finnan, da solo, dedica un po’ di tempo alle sue pratiche di mastro birraio e cerca di distillare una nuova varieta’ di birra molto pesante.

Jan e’ nella sua stanza, da solo, quando sprofonda nel sonno. Il ragazzo rivive una visione di un ricordo passato. Vede il volto di una donna. Lei e’ in ansia, impaurita. Jan percepisce la sua paura. Lei teme per lui. Lo tiene in braccio. Lui e’ un bambino in fasce.

Lei sta correndo, ansima. Si rifugia in un vicolo, si appoggia ad un muro. Poi guarda Jan: “tranquillo andra’ tutto bene”, gli dice mentre gli sorride. Ma lui percepisce l’ansia della donna. Lei riprende a correre. Altri vicoli. Jan sente passi che li inseguono. Poi il sibilo di una freccia. Lei abbassa la testa giusto in tempo per evitare il colpo. Sta ancora correndo.

Cambia di nuovo direzione. Adesso i due sono in un piccolo slargo. C’e’ una cassa a terra. Lei poggia il figlio sulla cassa. Gli fa segno di stare in silenzio. Gli sta sorridendo. Gli accarezza la guancia. Poi si gira verso il vicolo dal quale arrivano i rumori di passi. Con la mano destra afferra il medaglione che porta al collo: l’aquila d’argento. I passi si avvicinano. Lei chiude gli occhi e si concentra. Dal vicolo spuntano tre individui. In mano hanno archi e coltelli. La madre di Jan ha ancora gli occhi chiusi. Pronuncia una frase:

xalicas ivae aegis tel’quiet

Il medaglione si illumina. Poi la luce irradia verso gli inseguitori e diventa abbagliante. I tre individui si portano le mani agli occhi, accecati, cadono in ginocchio. La madre di Jan lo riprende in braccio e scappa via.

Medaglione di Jan

La mattina seguente i 4 si ritrovano nella sala grande della taverna di Milly dove fanno colazione insieme. Ne approfittano per approfondire la conoscenza dello gnomo che, la sera prima, e’ arrivato in loro soccorso. Scoprono che Gil-Galad e’ un mercante, originario di Hupperdook, che ha viaggiato per molti anni nella zona est dell’Impero. Lo gnomo e’ un intrattenitore provetto e tutti si sentono invogliati a condividere un po’ della loro storia passata.

Jan parla allo gnomo delle sue invenzioni ed, in particolare, della sua pistola. Poi racconta di essere stato cresciuto, anche lui ad Hupperdook, da una coppia di gnomi. Racconta di come i due lo abbiano trovato ancora in fasce una mattina di 17 anni prima.  Nella culla non c’erano lettere. Solo un medaglione d’argento a forma d’aquila. Racconta poi del sogno che ha fatto la notte precedente. Ricorda anche la frase, pronunciata dalla madre nel sogno, e la ripete a voce alta tenendo stretto in mano il medaglione d’argento.

L’oggetto si illumina di una luce bianca tanto forte che i presenti sono costretti a portarsi le mani agli occhi. Il ragazzo capisce che il medaglione che porta con se’ fin dalla nascita e’ lo stesso che la madre aveva nel sogno.

Mentre il gruppo sta chiacchierando, si presenta alla locanda, ancora vuota, una vestale della Sacerdotessa Torgga Trovatana. La giovane nana dice a Finnan che la Sacerdotessa ha trovato un rituale che potrebbe aiutare l’halfling con il suo problema. Torgga e’ pronta ad eseguirlo quando Finnan lo riterra’ opportuno.

La conversazione al tavolo, a quel punto, si concentra sul passato di Finnan. Tutti sono curiosi di conoscere la storia del barbaro. In particolare, Jan e’ curioso e preoccupato riguardo l’amico: non ha dimenticato la scena a cui ha assistito la sera precedente. Inoltre il ragazzo e’ ancora convinto che Finnan ed Erode appartengano a qualche societa’ segreta.

Finnan, da parte sua, non ama raccontare la sua storia. Tutto cio’ che gli altri riescono a scoprire sul suo passato e’ che i suoi ricordi gli procurano un misto di odio e paura. Inoltre hanno l’impressione che la storia dell’halfling abbia in qualche modo a che fare con la Cerberus Assembly e le gilde dei maghi.

Finita la colazione, il gruppo si reca al dungeon dei Monolith per interrogare i briganti catturati la sera prima. Erode, Finnan e Jan presentano Thoradir a Gil-Galad e tutti insieme discutono della strategia da utilizzare durante l’interrogatorio. La scelta ricade sulla tecnica del poliziotto buono, poliziotto cattivo. Prima Gil-Galad ed Erode tenteranno di intimorire i prigionieri. Poi, eventualmente, Finnan e Jan si proporranno come inquisitori piu’ accomodanti.

Erode sembra la scelta piu’ ovvia per il ruolo di poliziotto cattivo: il ladro-assassino e’ spietato nel suo lavoro e comincia a minacciare di tortura uno dei prigionieri. Sono pero’ le parole di Gil-Galad ad atterrire i briganti presenti nella cella. Il Paladino, abituato a dispensare giustizia senza esitazione, sa come insinuare le paure piu’ profonde nell’animo dei suoi avversari. Egli cambia continuamente postura, intonazione di voce e atteggiamento per dare maggiore forza alle sue minacce. L’interrogatorio permette di individuare il capo dei briganti.

Questi sa di trovarsi in una posizione di estremo pericolo. Dice di essere disposto a collaborare. Ma le persone che l’hanno assoldato sono estremamente pericolose e chiede, in cambio della sua confessione, di essere lasciato libero di scappare via da Grimgolir. Il gruppo si consulta con Thoradir. Secondo il Monolith, se le informazioni sono utili, il Barone non avrebbe obiezioni all’idea di tramutare la pena dei briganti in esilio dalla citta’.

Grimgolir: Cage Ward

Il capo dei briganti dice di essere stato ingaggiato da un umano che si chiama Jeremias Puk, per il quale aveva gia’ fatto lavoretti in passato. Jeremias e’ una Guardia della Corona. A detta del capo dei briganti, l’uomo lavora gli ordini dello Starosta Ichabod Ashelon. La Guardia della Corona, infatti, e’ il corpo di polizia che opera in tutte le citta’ dell’Impero e, come tale, e’ sotto il diretto controllo dello Starosta. L’accordo prevedeva che i briganti rapissero Erode ed i suoi amici e li portassero in un covo situato nel quartiere di Forapietra, all’esterno della montagna. Il covo si trova in una zona degradata e tranquilla in cui, evidentemente, lo Starosta amministra i suoi affari piu’ nascosti.

Il gruppo decide di fare un sopralluogo e di dare un’occhiata al covo segreto di Ashelon. All’ingresso dell’edificio ci sono due umani che, senza armatura e senza insegne, nascondono armi sotto abiti civili. Una piccola finestra di vetro illumina un piano seminterrato. Erode sfrutta le sue capacita’ per avvicinarsi all’edificio e sbirciare dalla finestra: la cantina della casa e’ stata trasformata in una piccola galera con un paio di celle.

Ad accompagnare il gruppo, c’e’ anche il capo dei briganti il quale li ha guidati al covo segreto. Gil-Galad usa ancora le sue doti di persuasione per ottenere dal prigioniero dettagli riguardo l’interno dell’edificio e la possibile presenza di altre guardie.  A quanto pare, nella casa abitano una decina di Guardie della Corona che occupano due stanze da letto. Il gruppo vorrebbe fare prigioniera la guardia che ha assoldato i briganti: una sua confessione fornirebbe la prova per accusare lo Starosta di attivita’ illecite.

Mentre osservano l’edificio, i 4 amici vedono arrivare lo Starosta in persona. Con un faldone di documenti sotto al braccio, l’uomo entra nell’edificio e vi rimane per un’oretta. Poi esce e si allontana, ma i documenti non li ha piu’ con se’. Il gruppo capisce che documenti nascosti in un covo segreto potrebbero essere molto piu’ incriminanti della confessione di una Guardia della Corona.

Mentre discutono sul da farsi, i 4 amici vedono Jeremias Puk lasciare il covo ed avviarsi lungo i vicoli di Forapietra. E’ il momento di decidere: intrufolarsi nel covo per impossessarsi dei documenti dello Starosta, oppure aggredire Jeremias e costringerlo a confessare.

Sessione 13: i documenti dello Starosta

Il piu’ veloce a reagire e’ Erode. Il ladro valuta velocemente la situazione: il covo segreto dello Starosta si trova in un luogo isolato. Le case sono quasi tutte diroccate e disabitate. Erode intinge tre punte di legno con il veleno estratto dal ragno gigante ucciso al boschetto del ragno. La sua strategia prevede di immobilizzare Jeremias con il veleno per poi interrogarlo con calma. L’esecuzione del piano e’ perfetta: Jeremias viene colpito alle spalle e il veleno fa effetto prima ancora che la guardia si renda conto di cio’ che gli sta capitando.

Il gruppo sa che la guardia rimarra’ priva di sensi per un’oretta. Decide allora di legare lui ed il capo dei briganti all’interno di una casa diroccata. Con i due prigionieri immobilizzati e silenziati, il gruppo decide quindi di entrare nel covo dello Starosta e di cercare i suoi documenti.

Il piano e’ semplice ma pericoloso: Erode, Finnan e Gil-Galad entreranno nel seminterrato dalla piccola finestra di vetro mentre Jan assumera’ le sembianze dello Starosta per entrare dalla porta principale. Per Jan e’ imperativo limitare l’interazione con le guardie al minimo possibile. Il ragazzo non puo’ alterare la propria voce e deve quindi evitare di parlare. Gli altri tre, d’altra parte, devono riuscire ad entrare in un covo pieno di guardie senza fare rumore.

Mentre Jan si avvia con passo sicuro verso l’ingresso del covo, Gil-Galad si concentra e, con le mani, dipinge una forma arcana nell’aria. Il paladino crea dal nulla il rumore di un nido d’api proveniente da un punto non lontano dai due soldati che sorvegliano l’ingresso dell’edificio. I due uomini vengono immediatamente distratti dal rumore e Jan riesce a superare il primo ostacolo senza problemi.

Una volta dentro il covo, il ragazzo si ritrova in un ingresso sul quale si affacciano 5 porte. Alla sua destra c’e’ una cucina-soggiorno. All’interno Jan sente il vociare delle guardie che presidiano l’edificio. Di fronte all’ingresso si intravedono le porte che danno nei dormitori delle guardie. Infine, sulla sinistra, il ragazzo vede due porte chiuse. Prova ad aprire la prima, che pero’ e’ chiusa a chiave. La seconda, invece, lo conduce in uno sgabuzzino nel quale si trovano le scale che portano nel seminterrato.

Nel frattempo Erode ha smontato l’intelaiatura che assicura il vetro della piccola finestra. Il ladro, dopo essersi assicurato di avere strada libera, si cala nel seminterrato con grande agilita’. Finnan lo segue subito dopo, anche lui riuscendo a calarsi dalla finestra in silenzio. E’ quindi il turno di Gil-Galad. Il paladino, mentre si cala nel seminterrato, sente una fitta di dolore alla base della schiena. Il colpo della strega gli toglie il respiro e lo gnomo rischia di ruzzolare sul pavimento. Per fortuna i suoi amici intervengono e lo aiutano ad entrare nel seminterrato in silenzio.

I tre si ritrovano in una piccola prigione con due celle chiuse da sbarre di ferro. Scale di legno portano al livello superiore e due  stanze sono nascoste da porte chiuse. Erode apre una delle due porte e si ritrova in una stanza buia. Nel piccolo spazio ci sono diverse catene, ceppi, gabbie e numerosi strumenti di tortura. L’altra porta risulta chiusa a chiave e il ladro si mette subito all’opera per cercare di aprirla.

Nel frattempo, Jan e’ impegnato ad ispezionare il pian terreno dell’abitazione. Il ragazzo sente chiacchiere e vociare provenienti dalla cucina, ma per il momento nessuna guardia si e’ accorta del suo arrivo. Facendosi coraggio, Jan decide quindi di tornare alla porta chiusa a chiave e di provare ad aprirla. L’operazione non e’ semplice e richiede un po’ di tempo. L’ansia del ragazzo cresce ogni volta che sente movimenti dalla cucina, ma l’umano mantiene la calma e riesce ad aprire la porta. Si ritrova in una camera da letto contenente diversi armadi ed uno scrittoio. Chiusa la porta, il ragazzo si mette alla ricerca dei documenti dello Starosta e, nello scrittoio, Jan trova finalmente cio’ che il gruppo stava cercando.

Ashelon ha nascosto nel covo diversi documenti. Tra questi ci sono i diari personali che permettono a Jan di ricostruire la storia dello Starosta.

Nel frattempo Erode e’ riuscito a scassinare la porta della stanza chiusa nel seminterrato. All’interno, oltre a del denaro, il ladro ed i suoi amici trovano due fiale contenenti un liquido rosso ed un tomo intitolato “Manuale di Tortura”. All’interno del piccolo libro sono riportati schemi di macchinari utilizzati per fiaccare l’animo delle persone in modo da rendere piu’ agevole un interrogatorio. Le pagine riportano uno strano stemma.

Stemma riportato nel Manuale di Tortura

Finita l’ispezione del seminterrato, Finnan contatta Jan usando le Sending Stones. La comunicazione ha qualche intoppo a causa del fatto che Jan ha qualche problema a capire il funzionamento delle pietre magiche, ma alla fine tutto il gruppo lascia l’edificio e si ritrova nella casa diroccata usata per nascondere il capo dei briganti e Jeremias Puk.

Qui, oltre a spartirsi il bottino trovato nel seminterrato, il gruppo condivide le informazioni trovate. Il Manuale di Tortura ispira Jan che costruisce un nuovo “attachment” per la sua pistola. Inoltre il ragazzo usa i suoi tool per identificare il contenuto delle fiale trovate da Erode: si tratta di due Potion of Healing. Infine Erode, Finnan e Gil-Galad leggono i documenti dello Starosta e ricostruiscono la sua storia.

Ashelon e’ un orfano cresciuto a Trostenwald senza famiglia e senza soldi. All’eta’ di 17 anni incontra la “Vecchia Amica” e accetta di sottoscrivere un patto con la strega. Nel patto il giovane umano cede “il suo retaggio” in cambio di “una fortuna superiore alle mie piu’ rosee aspettative”. Dopo una settimana, un ricco uomo di Trostenwald, Gunther Mariette, cede gratuitamente le proprie terre al futuro Starosta, rendendolo uno degli uomini piu’ ricchi della citta’. Pochi mesi dopo il giovane umano incontra una ragazza e se ne innamora.

Ashelon e’ al settimo cielo: l’incontro con la strega gli ha cambiato la vita in meglio. A 18 anni e’ pronto a sposarsi con la donna che ama e gode di ricchezze superiori alle sue piu’ rosee aspettative. Il sogno di Ashelon e’ di avere una famiglia numerosa. Lui, cresciuto da solo, senza fratelli e senza genitori, non riesce ad immaginare niente di piu’ bello che avere tanti figli.

Dopo il matrimonio, pero’, si rende conto che il patto stretto con la strega ha anche un lato oscuro. Nel patto il ragazzo ha rinunciato al suo “retaggio” e questo significa che non puo’ avere figli. La gioia si trasforma in rabbia e Ashelon decide che non si dara’ pace finche’ non riuscira’ ad annullare la maledizione della strega.

Sfruttando la sua ricchezza, si dà alla politica e stringe amicizia con la Starosta di Trostenwald e con i suoi amici.  Ashelon cerca di farsi amici persone potenti. In particolare, i maghi della Cerberus Assmbly potrebbero avere il potere di annullare la maledizione che lo rende sterile.

Presto, Ashelon diventa Starosta dell’Impero e viene assegnato a Grimgolir. Sono passati 37 anni dal suo primo incontro con la strega quando in sogno gli appare di nuovo la “Vecchia Amica”. La fattucchiera si e’ trasferita a Brokenveil Marsh, non lontano da Grimgolir, nella zona di Zhoras. Ella chiede ad Ashelon di costruire una galleria nella montagna che le permetta di mettersi in contatto con le persone della citta’ dei nani. Lo Starosta l’accontenta sperando di convincerla ad annullare la maledizione.

Con l’aiuto di Vonbin Mano di Pietra, recluta le persone necessarie ad effettuare gli scavi nella montagna. Terminati i lavori, fa uccidere tutti i testimoni con l’eccezione di Vonbin. Tra questi c’e’ Marcus Sifilis, nome gia’ noto al gruppo. Mantenendosi nell’ombra, lo Starosta organizza un collegamento tra il covo della strega e la citta’. I Grimgoliriani vengono contattati dalla “Vecchia Amica” in sogno e possono chiederle pozioni e ninnoli. Vonbin fa da tramite tra la citta’ ed il covo della fattucchiera usando la galleria costruita nella montagna.

I diari dello Starosta mostrano chiaramente il legame che c’e’ tra l’uomo e la strega. Inoltre riportano informazioni riguardanti il recente attacco alla citta’ perpetrato dai Drow del bosco del ragno. Con l’aiuto di Fryda Langer, Starosta di Trostenwald e vecchia amica di Ashelon, lo starosta ha organizzato l’attacco per ottenere due risultati:

  • indebolire l’immagine dell’Underbaron agli occhi dei suoi concittadini
  • alimentare l’odio dei Grimgoliriani nei confronti dei Drow per spingere la citta’ ad entrare in guerra con la Kryn Dynasty

I documenti spiegano, inoltre, che lo Starosta ha contattato il Gentleman per trasportare clandestinamente i Drow al bosco del ragno. Le contrattazioni, a quanto si legge dai documenti, sono state lunghe poiche’ il Gentleman, inizialmente, si era rifiutato di portare dei Drow all’interno dei confini dell’Impero.

In una nota recente riportata nei suoi diari, lo Starosta dice di aver donato, su indicazione della strega, un’ingente somma di denaro ad un nano che si chiama Cripy Ghostlebund.

E’ passata meno di un’ora da quando il gruppo si e’ introdotto nel covo dello Starosta. I 4 amici decidono di liberare il capo dei briganti e di trasportare il corpo ancora immobilizzato di Jeremias Puk nello scantinato di Vonbin per sottoporlo ad interrogatorio.

Sessione 14: lo Starosta in manette

Nello scantinato di Vonbin il gruppo lega Jeremias ad una sedia bloccandogli braccia e gambe. I 4 amici hanno idee diverse riguardo la strategia da seguire per ottenere informazioni dal prigioniero. Erode e Gil-Galad sono intenzionati ad utilizzare tutti i mezzi necessari, compresa la tortura. Finnan ritiene che i documenti trovati nel covo segreto siano gia’ sufficienti ad incriminare lo Starosta. Jan e’ combattuto riguardo la possibilita’ di estorcere informazioni da Jeremias. Il ragazzo non ama la violenza, soprattutto quella gratuita, e ritiene che aggredire una guardia della Corona sia una scelta pericolosa e, potenzialmente, ingiusta.

Erode prende l’iniziativa. D’altra parte, e’ stato grazie alla sua mancanza di scrupoli che l’halfling ha fatto carriera a Shadicreek Run e si e’ guadagnato la nomea di “colui che risolve i problemi.”

Il ladro sveglia Jeremias con una sberla. La guardia emette un gemito mentre il sangue inizia a colargli dal naso. Immediatamente Erode inizia ad interrogare il prigioniero minacciandolo con il suo coltello.

Jeremias impiega alcuni secondi per mettere a fuoco la situazione. Nonostante sia in una posizione di svantaggio, la guardia tratta i suoi carcerieri con disprezzo. Li chiama briganti e si rifiuta di fornire qualsiasi informazione. Inoltre li minaccia dicendo che l’impero non lascera’ impunita l’aggressione ad una guardia della Corona.

Gil-Galad utilizza la retorica per ammorbidire Jeremias, ma lo gnomo e’ stanco e le sue capacita’ di persuasione non hanno effetto. Erode, spazientito, decide di passare alle maniere forti. Chiede a Gil-Galad di tenere ferma la mano della guardia mentre lui poggia la lama del suo coltello sul dito medio del prigioniero. Jan cerca di opporsi al comportamento di Erode e, dopo una discussione con Gil-Galad, decide di lasciare la cantina e di non partecipare alla tortura.

Jeremias ha la mano bloccata da Gil-Galad, la lama di Erode preme sulla falange del suo dito, ma l’uomo non perde il controllo e mantiene un atteggiamento fiero. Erode preme con maggiore forza la lama sul dito del prigioniero. Ha visto innumerevoli persone, inizialmente fiere e coraggiose, cedere di fronte alla violenza, ed e’ convinto di riuscire anche questa volta ad ottenere cio’ che vuole. Ma Jeremias e‘ un militare addestrato a gestire situazioni pericolose ed e’ orgoglioso di lavorare per il bene dell’Impero. La guardia, con un movimento repentino ed inaspettato, colpisce Erode al volto con una testata. A questo punto e’ chiaro a tutti che Jeremias e’ un uomo fiero, motivato da forti ideali, e non si lascera’ intimorire facilmente.

Finnan, allora, propone ai suoi amici un cambio di strategia. I 4 discutono della possibilita’ di mostrare a Jeremias i documenti trovati al covo segreto dello Starosta. L’idea che si sta facendo strada nella mente dell’halfling e’ che, forse, la guardia non e’ complice dello Starosta ma ha soltanto eseguito i suoi ordini. In particolare, l’idea piace a Jan il quale inizia a parlare con Jeremias, raccontandogli le loro scoperte. Il prigioniero e’ molto colpito dai documenti. Racconta che alcuni mesi prima lo Starosta ha cambiato gran parte delle guardie della Corona assegnate a Grimgolir. Le date corrispondono con quelle in cui sono stati conclusi gli scavi delle gallerie segrete. Probabilmente lo Starosta ha allontanato dalla citta’ tutte le guardie della Corona che potevano avere informazioni riguardo gli scavi e gli assassinii. Jeremias propone al gruppo di andare a parlare con l’Underbaron, l’unica autorita’ che, secondo l’umano, puo’ accusare uno Starosta dell’Impero.

Per evitare di trasportare in pieno giorno una guardia della Corona ammanettata, il gruppo decide che Finnan andra’ da solo ad avvisare l’Underbaron degli avvenimenti della giornata, mentre Jan si rechera’ dallo Starosta. Il ragazzo era stato invitato da Ashelon durante il ricevimento tenutosi qualche giorno prima, e Jan vuole approfittare dell’invito per controllare lo Starosta e per ottenere ulteriori informazioni.

La residenza dello Starosta, situata nel quartiere di Altopoggio, e’ un palazzetto a due piani circondato da un muro in pietra. A protezione dell’ingresso ci sono una decina di guardie della Corona. Jan chiede udienza e viene condotto al primo piano della costruzione, dove lo Starosta sta lavorando in uno studio decorato in maniera estremamente sfarzosa. Nella stanza ci sono diverse teche contenenti oggetti d’oro e platino, simboli del potere di Ashelon. Inoltre lo studio contiene alcune librerie contenenti tomi di giurisprudenza mischiati a manuali e romanzi. All’arrivo di Jan, lo Starosta sta leggendo un libro intitolato “Ho perso il martello, che bello che bello”. 

L’uomo posa il suo libro sulla scrivania e si dirige verso Jan. Il suo atteggiamento e’ gentile, ma a Jan e’ chiaro che il suo ospite e’ sospettoso. Lo Starosta chiede al ragazzo informazioni dei suoi amici. Jan sa che lo Starosta si e’ accorto di aver perso la lettera inviatagli dal Gentleman e, probabilmente, sospetta che sia stato Erode a rubarla. Decide quindi di fingere di aver litigato con i suoi amici. Ne parla come dei criminali e descrive Erode come il peggiore di tutti. Lo Starosta e’ divertito e compiaciuto delle parole del ragazzo e comincia a mostrarsi meno sospettoso.

Nel frattempo, alla residenza dell’Underbaron, Finnan sta aggiornando Dummaroff sugli avvenimenti della giornata. Quando Finnan racconta dell’interrogatorio di Jeremias, l’Underbaron e’ divertito e preoccupato al tempo stesso. Poi Finnan gli mostra i documenti. L’Underbaron li esamina con attenzione. Mentre legge il  diario dello Starosta, la faccia del barone si illumina. Come un cacciatore pronto a finire la sua preda, Dummaroff e’ eccitato quando manda a chiamare Thoradir. Gli ordina di mandare i Monolith a scortare Erode, Gil-Galad e Jeremias fino al suo castello. Inoltre gli dice di prendere il comando di una guarnigione di Monolith e di andare ad arrestare lo Starosta.

Mentre Thoradir, Finnan ed una ventina di Monolith si incamminano verso Altopoggio, lo Starosta sta parlando con Jan dei suoi progetti per la citta’. L’uomo spiega a Jan che l’Underbaron e’ una minaccia per l’Impero. Gli dice che lui avrebbe bisogno di qualcuno che goda della fiducia di Dummaroff e che possa raccogliere informazioni per conto dell’Impero. Lo Starosta cerca di irretire Jan utilizzando, da un lato, la promessa di un carriera politica, e dall’altro facendo leva sugli ideali di giustizia a cui, evidentemente, il ragazzo si ispira. Ma Jan sta in realta’ utilizzando i suoi talenti per registrare le parole dello Starosta.

Dall’ampia finestra che illumina la scrivania dello Starosta arriva il vociare delle guardie della Corona che stanno discutendo con qualcuno. Lo Starosta si affaccia e vede Thoradir mentre il nano intima alle guardie di lasciar passare lui ed i suoi uomini. Ashelon capisce immediatamente che la situazione potrebbe diventare pericolosa. Chiede a Jan di aspettarlo di sotto e di informare i Monolith che scendera’ a breve per riceverli. Il ragazzo nota, pero’, che lo Starosta sta armeggiando con un meccanismo posto sotto la scrivania. Finge, quindi, di lasciare la stanza, ma in realta’ si ferma nascosto a spiare i movimenti dell Starosta. Questi aziona un meccanismo che apre un passaggio nascosto da una libreria e immediatamente scompare al suo interno. Jan lo segue. Il ragazzo si affida alla fortuna, che fin da bambino lo assiste nelle situazioni piu’ pericolose, e cerca di non farsi notare. Il passaggio permette di accedere, tramite una rampa di scale, ad un’uscita di servizio. Raggiunto il muro esterno della residenza, lo Starosta apre una porticina nascosta dai rampicanti e, prima di varcarla, si guarda intorno per assicurarsi di non essere seguito. Jan lo sta fissando dalla porta di servizio. Lo Starosta gli dice di andar via. Jan finge di essere spaventato e di averlo seguito per avere istruzioni ed aiuto. Lo Starosta capisce di essere stato imbrogliato ed estrae il suo rapier.

Jan e’ solo: ad una sessantina di piedi si sentono le voci dei Monolith. Il ragazzo ha bisogno di aiuto: urla il nome di Thoradir e lancia uno dei suoi macchinari verso l’ingresso della residenza. L’oggetto si illumina diventando un faro che guida i Monolith e Finnan verso il ragazzo.

Nel frattempo lo Starosta e’ accecato dalla rabbia: cerca di colpire Jan che riesce a scansare il colpo. Poi il ragazzo intima ad Ashelon di arrendersi dicendogli che ormai non ha piu’ speranza di scappare. Lo Starosta ha un momento di indecisione. Jan ne approfitta per bloccargli il braccio con cui impugna il rapier. Ashelon cerca di liberarsi. ma la presa di Jan e’ solida. Il ragazzo continua a parlare allo Starosta: non c’e’ bisogno della violenza, la partita e’ ormai conclusa. Senza che si sia versata neanche una goccia di sangue, lo Starosta viene arrestato dai Monolith.

Jan torna nello studio dello Starosta, alla ricerca di ulteriori indizi. Cio’ che trova, pero’, lo lascia senza fiato: uno dei tanti libri che affollano gli scaffali dello Starosta riporta in copertina una donna dai capelli ramati e gli occhi verdi. La stessa donna che Jan ha visto nei suoi sogni. La stessa donna che lo teneva in braccio quando era bambino. 

Il tomo e’ il primo volume di una pubblicazione che si intitola: “Sunbeam: A Love Story”. Alla prima pagina si legge:

 

“Ho incontrato Sunbeam in una terra lontana. Occhi verdi e capelli color rame, l’ho vista scendere dalla nave in una grigia mattina d’inverno. Con lei era la luce, dentro di lei l’amore, dinanzi a lei la vendetta.
Vi parlero’ della sua storia. Delle sue gesta eroiche. Del suo amore maledetto.
Vi raccontero’ dei suoi miracoli e degli intrighi dei suoi nemici.
In questo libro vi narrero’ del cammino che ha percorso la ragazza, la guerriera, la santa, la vendicatrice.”

Thoradir informa Jan che bisogna tornare dall’Underbaron. Il drappello porta lo Starosta ammanettato alla presenza di Dummaroff. Questi informa la compagnia che il giorno seguente ci sara’ il processo nella piazza del Moradin Hearth. Evidentemente il barone vuole che le accuse nei confronti dello Starosta siano ascoltate da tutti i cittadini di Grimgolir.

I 4 amici sono consapevoli di aver raggiunto un obiettivo incredibile. Hanno smascherato i piani di un pericoloso e corrotto individuo. Hanno salvato gli abitanti di Grimgolir da mostruose creature. Hanno probabilmente allontanato il pericolo di una guerra tra l’Impero e la Kryn Dynasty. (Level 3)

 

Sessione 15: il processo e lo shopping

Tornati alla locanda, la compagnia chiacchiera intorno ad un tavolo mentre Milly porta loro da mangiare.

Ormai state diventando famosi,” dice la nana, “dovreste avere un nome.”

Il gruppo discute animatamente sull’argomento, finche’ Gil-Galad propone il nome su cui tutti finiscono per concordare: da oggi in poi loro si chiameranno i Vaniddazza’s!

L’atmosfera e’ allegra mentre i ragazzi chiacchierano e ricordano le gesta degli ultimi giorni. Gil-Galad, l’ultimo arrivato nel gruppo, chiede informazioni riguardo gli intrighi in cui si e’ ritrovato coinvolto. Gli altri allora gli raccontano di Dalgal, dei Mimic, del viaggio al bosco dei ragni, dei Myconid e di tutte le avventure in cui sono stati coinvolti nell’ultimo mese. L’euforia della serata, pero’, si smorza quando Finnan chiede a Milly informazioni riguardo nonna. La madre di Milly sta peggiorando ed il gruppo decide che e’ loro priorita’ liberare la citta’ dalla maledizione della strega. Gli impegni per la giornata seguente sono:

  • fare acquisti per equipaggiamenti migliori
  • parlare con Torrga Trovatana riguardo il “problema” di Finnan
  • parlare con Rurik Senzapelo per convincerlo a forgiare equipaggiamento magico
  • partecipare al processo allo Starosta

La mattina i Vaniddazza’s sono di nuovo tutti riuniti nella sala da pranzo della taverna. Jan mostra agli amici la sua nuova invenzione. In mano tiene un boccale vuoto. Ad un suo comando, l’oggetto comincia a produrre birra dal nulla. Il liquido trabocca dal contenitore mentre Finnan si affretta a non sprecare la preziosa bevanda. Jan spiega che puo’ scegliere il liquido prodotto dall’oggetto magico: non solo birra, ma anche acido, veleno e diverse altre sostanze. 

Finita la colazione i Vaniddazza’s vanno a fare compere. Erode si procura un’armatura nuova di zecca. Jan, invece, compra un giocattolo a forma di ballista e del legno per le sue creazioni. Finnan si procura una rete per immobilizzare i suoi nemici. Poi, tutti insieme, vanno da Torrga Trovatana.

La sacerdotessa informa Finnan di aver contattato alcune sue vecchie conoscenze. Lei, in passato, ha visto una magia simile a quella che scorre nel sangue del Barbaro. Non e’ una studiosa e non sa spiegare come Finnan sia diventato cio’ che e’, ma ricorda leggende riguardanti antiche magie in grado di far coesistere contemporaneamente piu’ versioni della realta’.

Tu credi al destino?” chiede la sacerdotessa a Finnan. “Oppure ritieni che scelte diverse possano portare a realta’ diverse? Immagina se il passato cambiasse. Cambieresti anche tu? Tu hai una sola animama due diverse versioni di te vivono contemporaneamente“.

Nel frattempo Gil-Galad cerca di studiare le mosse e le intenzioni della donna. E’ evidente che la sacerdotessa e’ una persona anaffettiva. E’ onesta nelle sue affermazioni. I suoi obiettivi sono quelli della sua Divinita’ e non agisce per pura bonta’ d’animo. E’ disposta ad aiutare Finnan, ma in cambio vuole che i Vaniddazza’s si occupino della strega.

Finnan si fida di Torrga e decide di sottoporsi ad un rituale. Il barbaro si stende su un altare di pietra. La sacerdotessa si tira su una manica della tunica: sul braccio ha delle ferite molto simili a quelle che la donna porta sulla guancia destra. Si tratta di tagli strani: intorno alla ferita la pelle si e’ cicatrizzata, ma la parte centrale sembra fresca e ancora sanguinante. 

La sacerdotessa prende un pugnale e, mentre pronuncia parole arcane, si infligge un taglio sul braccio. Il sangue comincia a spruzzare dalla ferita, poi si ferma, come se si fosse cristallizzato nell’aria. Il liquido rosso comincia a dividersi in tante gocce. La sacerdotessa sposta il coltello dal braccio e le gocce di sangue seguono la lama, formando vortici e spirali nel loro movimento. Torgga agita il coltello nell’aria come se dipingesse figure geometriche e le gocce continuano a danzare intorno alla lama. Poi, con un gesto improvviso, la donna si taglia la guancia destra. Altre gocce di sangue cominciano a seguire i movimenti del coltello.

Torgga avvisa Finnan che il rituale gli fara’ molto male. Il barbaro, come fosse in battaglia, lascia che la rabbia lo avvolga e lenisca il dolore. La sacerdotessa comincia ad incidere il petto di Finnan con un taglio verticale. Mentre sposta la lama verso il basso, ruota il coltello allargando la ferita nella parte centrale dell’incisione. Poi raddrizza di nuovo la lama e conclude un primo taglio. Il dolore e’ forte, ma Finnan riesce a resistere: il rituale continua.

Il sangue che danza intorno alla lama di Torrga cade sulla ferita di Finnan come pioggia in un temporale. La ferita si cauterizza e Finnan prova altro dolore. Poi la donna comincia una nuova incisione, da sinistra verso destra. Di nuovo, la sacerdotessa ruota la lama del coltello provocando una ferita che si allarga in alcuni punti. 

Il dolore di Finnan e’ straziante. L’halfling cerca di resistere, ma perde il controllo. Egli sente la magia esplodergli dentro, come gli era accaduto in passato. I suoi amici lo vedono cambiare aspetto. La sua pelle diventa di colore verde. Le orecchie si allungano. I denti diventano aguzzi e terribili artigli sostituiscono le sue unghie.

Finnan e’ fuori di se’, cerca di colpire Torrga che chiede agli altri presenti di tenere fermo il loro amico. La furia del barbaro, pero’, e’ implacabile. Si divincola e cerca di colpire ancora la sacerdotessa che fa fatica a portare avanti il rituale. Erode cerca un modo per ammansire l’amico e lo colpisce nel tentativo di farlo tornare in se’. Gil-Galad e’ sorpreso e spaventato dalla trasformazione di Finnan e, istintivamente, lo attacca con la sua magia. Un lampo di luce prodotto dallo gnomo investe la creatura che ha preso il posto di Finnan, la quale reagisce cercando di attaccare Gil-Galad.

La situazione e’ molto tesa, ma Jan riesce a mantenere la calma. Il ragazzo ricorda di aver gia’ visto Finnan cambiare aspetto. In quella situazione, il barbaro si era attaccato alla sua fiaschetta e aveva ingurgitato diverse sorsate. Jan perquisisce l’amico alla ricerca della fiasca e ne versa il liquido direttamente nella sua bocca. Il liquido fa effetto: Finnan ritrova la calma e la padronanza di se’. 

Torrga puo’ concludere il rituale: le incisioni sul petto di Finnan si cicatrizzano immediatamente e, magicamente, assumono l’aspetto di un tatuaggio: una spada di sangue.

Tatuaggio della Spada di Sangue

Quando torna la calma Finnan spiega ai suoi amici che anni addietro e’ stato rapito ed imprigionato. Alcuni maghi hanno fatto esperimenti su di lui. E’ riuscito a scappare dalla prigione in cui era tenuto, ma gli esperimenti che ha subito hanno lasciato segni indelebili dentro di lui. E’ a causa di quella esperienza che il barbaro sente la magia scorrere nel suo sangue. La trasformazione e’ un ulteriore effetto degli esperimenti. Normalmente riesce a tenerla sotto controllo grazie alla sua forza di volonta’ e all’aiuto dell’alcool.

Manca ancora un po’ di tempo all’inizio del processo allo Starosta, e il gruppo decide di andare a parlare con Rurik Senzapelo. Inizialmente il chierico li accoglie in maniera fredda: egli ha saputo dell’arresto dello Starosta, la grande vittoria dell’Underbaron e dell’aiuto che i Vaniddazza’s hanno fornito. I ragazzi spiegano che si sono ritrovati coinvolti negli intrighi dello Starosta. L’intenzione del gruppo e’ quella di convincere il sacerdote a forgiare per loro armi ed armature magiche e cercano di convincerlo ribadendo la loro intenzione di aiutarlo a rendere pubblica qualunque mancanza dell’Underbaron. Per rendere Rurik piu’ malleabile, Finnan gli offre una pinta della sua birra forte. 

Ma e’ Gil-Galad, con la sua eloquenza, a convincere il sacerdote a lavorare per loro. Lo gnomo passa alcuni minuti ad ascoltare e ad osservare Senzapelo. Si rende conto che il nano confonde gli insegnamenti della sua Divinita’ con la sua personale voglia di potere. Ne capisce i punti deboli e li utilizza a suo vantaggio. Alla fine Rurik accetta di infondere la magia del suo Dio nelle armi e nelle armature dei Vaniddazza’s. I servigi del chierico, pero’, sono piuttosto cari e, per il momento, soltanto Jan e Finnan riescono ad incantare le loro armi.

E’ l’ora del processo ed il gruppo raggiunge Moradin Hearth, la piazza all’aperto centro del mercato della citta’. In alto rispetto alla piazza, nella collina nota come Bahamut Hill c’e’ il quartiere dei nobili in cui si trova il castello dell’Underbaron. Dalla collina, tramite un sistema di carrucole, un palco dalle enormi dimensioni viene calato e sistemato a 20 piedi d’altezza. L’Underbaron chiama dalla piattaforma sospesa i Vaniddazza’s e li invita a raggiungerlo.

L’intera citta’ e’ stata avvisata dell’evento e la piazza brulica di persone. L’Underbaron inizia a parlare. Con i suoi modi semplici e schietti, informa i cittadini dei fatti piu’ recenti successi in citta’. Egli spiega che lo Starosta e’ il responsabile dell’attacco dei Mimic. Spiega che l’uomo ha fatta un accordo con un gruppo di Drow che volevano mettere in pericolo la citta’. Inoltre loda i Vanniddazza’s, ormai beniamini dei Grimgoliriani, e li identifica come coloro che sono riusciti a scoprire i piani dello Starosta.

La folla e’ arrabbiata ed indignata dal comportamento di Ashelon. Ad un gesto dell’Underbaron, un altro argano cala dall’altro una piccola gabbia contenente il traditore. Dummaroff continua ad istigare la folla contro lo Starosta.

La scena colpisce i Vaniddazza’s ed in particolare Jan. Il ragazzo si rende conto che il processo non e’ altro che un tentativo di linciaggio. Non c’e’ difesa, non c’e’ contraddittorio. L’Underbaron sembra impaziente di mettere fine alla vita dello Starosta.

Mentre si interrogano sullo spettacolo al quale stanno assistendo, i ragazzi vedono farsi strada tra la folla Maestro Trent Ikithon, seguito dalle sue quattro guardie del corpo. Il mago e’ ancora in citta’ e, raggiunta una posizione prossima al palco, prende la parola rivolgendosi direttamente all’Underbaron. Il mago e’ un politico esperto. Le sue argomentazioni sono inconfutabili. La sua retorica e’ convincente. La sua fermezza e’ disarmante. Ikithon ricorda all’Underbaron che, benche’ il nano abbia giurisdizione sulla citta’, egli non puo’ prendere decisioni che riguardino l’Impero. Il giudizio di un emissario del re spetta soltanto alla Corona.

Ikithon scocca le dita e la catena che tiene sospesa la gabbia dello Starosta si rompe. Le quattro guardie del corpo liberano l’uomo dalla prigione. Ikithon sta ancora parlando. La folla e’ in silenzio. La tensione nell’aria e’ palpabile. Il barone si appresta a rispondere al mago quando questi poggia una mano sulla spalla dello Starosta e, in un attimo, i due scompaiono insieme alle quattro guardie del corpo.

Lo stupore misto a rabbia si diffonde nella piazza. L’Underbaron impiega alcuni secondi a riprendersi. Poi Jan inizia a parlargli, a chiedergli spiegazioni. Dummaroff scrolla la testa:

“Speravo di riuscire a chiudere questa faccenda prima dell’intervento di Ikithon. Forse avrei dovuto prendere altre precauzioni, ma io, beh, la magia non e’ il mio campo.”

I Vaniddazza’s si guardano l’un l’altro. Lo Starosta e’ ancora libero. Potrebbe cercare vendetta. Ha in Ikithon un alleato estremamente potente. Poi l’Underbaron dice:

Siate felici, amici miei. Oggi non abbiamo avuto la nostra vendetta, ma abbiamo avuto la nostra vittoria. Mai piu’ quell’uomo meschino mettera’ piede nella nostra Citta’“.