E’ ormai buio e la locanda si e’ svuotata di tutti gli avventori. Milly e’ impegnata a chiudere le porte e spegnere i fuochi. Nonna si siede vicino al camino per godere degli ultimi aliti caldi provenienti dalla brace ormai spenta.
Pochi minuti le bastano per sprofondare in quel sonno liberatorio che solo gli anziani riescono ad apprezzare. I dolori degli anni si assopiscono, le limitazioni di un corpo ormai stanco spariscono, e la mente puo’ vagare in un mondo in cui l’eta’ non ha piu’ importanza.
In questo sogno, nonna si trova in un prato. Enormi vette circondano un colle ricoperto di erba verde. Il sole riempie i fiori di colori vivaci e gli uccellini cantano allegre canzoni.
A pochi passi una ragazzina di razza nanica sorride allegra in direzione di nonna. Ha occhi verdi e capelli biondi raccolti in una lunga treccia. In una mano reca un mazzo di fiori dai petali bianchissimi che circondano polline color oro. Nell’altra, una pietra con rune che sembrano pulsare di una luce blu.
“Ciao piccolina, cosa ci fai qui?“, chiede nonna.
La bambina sorride felice. “Sono l’Amica“, risponde. “E sto cercando le mie cose. Mi aiuti a trovarle?“.
“Tesoro mio bello,” risponde nonna, “certo che ti aiuto. Cosa stai cercando?“.
“La mia chiave. Ce l’hai tu?“.
Nonna infila una mano in tasca cercando l’oggetto chiesto dalla bambina ma le sue tasche sono vuote. La sensazione e’ strana: nei sogni possiamo far succedere tutto cio’ che vogliamo, ma in quel caso il sogno sembra essere controllato da qualcun altro. Nonna sente un brivido lungo la schiena, una sensazione di pericolo.
“Credo che dovremmo allontanarci da qui” – dice nonna – “Non siamo al sicuro“.
“Ce l’hai tu?”, chiede ancora la bambina.
“Io non ce l’ho. Ma tu come l’hai persa la tua chiave?”.
“Me l’hanno rubata. Una persona cattiva mi ha imbrogliata. Ha chiesto il mio aiuto, abbiamo fatto uno scambio, ma poi lui si e’ preso la mia chiave ed e’ scappato.“
La bimba comincia a piangere. Il mazzo di fiori le cade di mano mentre si copre gli occhi col braccio. Nonna istintivamente le si avvicina, la abbraccia. La bimba continua a piangere.
“Aiutami a ritrovare la mia chiave,” dice singhiozzando.
“Certo che ti aiuto,” dice nonna, “la troveremo assieme.”
“Me lo prometti?”.
“Certo” e’ la risposta di nonna.
“Il patto e’ stretto!”
La voce della bambina cambia di colpo. Il tono diventa cupo, la frase perentoria. Istintivamente nonna si stacca dalla giovane nana. Guarda a terra: i fiori che la bimba ha fatto cadere si sono trasformati. I petali sono adesso denti aguzzi e ricurvi che si aprono e chiudono intorno ad un occhio nero che occupa il posto in cui prima c’era il polline. Il gambo ha assunto la forma di un terribile verme verde. Quegli esseri saltano verso la faccia di nonna. Lei sente quelle creature divorarle il cervello. Un dolore infinito le fa chiudere gli occhi. Nonna cade in ginocchio. La fredda voce della bambina intona un terrificante ritornello:
“Di te la vita ormai mi appartiene!
Ritrova la chiave se vuoi salvarti.
Seguire il mio piano di certo conviene.
Cerca la chiave senza mai distrarti.
Il suo aspetto e’ strano, non ha certo uguali,
e’ pregna di vita di ladri immorali.
Ritrae il labirinto, e’ nera e rotonda.
Riportala a me o nel male sprofonda.
Quando la trovi sull’uscio disegna
una stella a sei punte con erba e con legna.
I miei piccoli amici ti raggiungeranno:
da me alla mia casa poi ti condurranno.“
Nonna si sveglia con un urlo. La testa le fa male. Cerca di alzarsi, ma le gambe cedono. Milly accorre dalla sua stanza giusto in tempo per afferrare la madre. Nonna guarda la figlia e riconosce la paura nei suoi occhi. “Cosa ti e’ successo?”, chiede Milly. “Oddio la tua faccia!”. Milly e’ in lacrime. “Chi ti ha fatto questo?”.