Continuano le avventure a Wildemount. In questa pagina sono riassunte le sessioni 51-55.
Sessione 51: i Segreti di Vergesson
Jan riconosce immediatamente le due persone arrivate nella stanza: le ha gia’ viste a Rosohna e, in particolare, riconosce lo strano costrutto di nome Sing e sa che si tratta di un vecchio amico di Essek. Anche Sing riesce ad inquadrare immediatamente la situazione: riconosce le armature dell’impero vestite dalle due guardie. Una di esse e’ stesa a terra immobilizzata da Jan mentre l’altra ha estratto la spada e sta per attaccare i Vaniddazza’s. Il bardo meccanico cerca di spiegare che lui e Nefeli sono alleati inviati da Essek, ma le sue parole sembrano avere poco effetto.
La guardia in piedi sta per chiamare aiuto. Allora Sing guarda l’uomo intensamente e gli sussurra parole che nessun altro nella stanza riesce a sentire. Nella testa della guardia, una voce robotica ha intonato una dissonante melodia. L’uomo cerca di allontanarsi da Sing dirigendosi verso il bagnetto della stanza.
Finnan e Gil-Galad approfittano della ritirata della guardia per colpirla alle spalle. Il pesante martello del barbaro colpisce l’uomo alla schiena mentre le teste di serpente della frusta di Gil-Galad gli mordono il collo. L’uomo cade in ginocchio mentre il veleno della frusta di Gil-Galad gli fa sanguinare gli occhi.
Nefeli sta valutando la situazione per capire come intervenire. Jan nota che la ragazza mostra chiari segni di contusione. Allora il ragazzo osserva con maggiore attenzione Sing e si accorge che anche il bardo e’ ferito. Mentre tiene schiacciata a terra la guardia dell’impero, Jan si concentra e ordina al suo cannoncino magico di proteggere i nuovi arrivati. Il piccolo costrutto risponde al comando del suo padrone e rilascia dalla bocca una nube verde che avvolge Nefeli e Sing.
La guardia stesa a terra approfitta del momento di confusione. L’uomo spinge via Jan, si alza in piedi e inizia a scappare dalla stanza. Finnan reagisce velocemente. Il barbaro ruggisce di rabbia e dai suoi piedi si materializzano una dozzina di tralicci che afferrano le gambe della guardia, rallentandola.
Gil-Galad si lancia sul fuggitivo colpendolo con la frusta e con il rapier. Nefeli si concentra. Stende il braccio con la mano aperta mentre dagli angoli piu’ bui della stanza si distendono lunghi fili neri che, raggiunta la sua mano, si materializzano in un coltello. La drow stringe l’elsa, prende la mira, e scaglia il suo coltello magico contro la guardia. Ormai e’ chiaro a tutti: Nefeli e Sing sono alleati dei Vaniddazza’s.
Per la guardia la situazione e’ impari. Solo contro 5 nemici, l’uomo capisce che la sua unica speranza e’ chiamare aiuto. Si prepara ad urlare quando Finnan gli stringe il manico del martello sulla gola impedendogli di parlare. La frusta di Gil-Galad e la lama magica di Nefeli finiscono la guardia che cade a terra senza vita.
Finito il combattimento, mentre riprendono fiato, i presenti si concedono qualche secondo osservandosi l’un l’altro. Sing e’ quello che suscita maggiore curiosita’. Quando usa i suoi poteri, una placca di metallo nel petto si schiude mostrando una candela meccanica che emana una evidente aura magica. I 5 si scambiano veloci informazioni, ma non c’e’ tempo da perdere in chiacchiere: si trovano all’interno di una prigione piena di guardie e Jan inizia subito a perquisire la stanza in cui si trovano.
Nello scrittoio ci sono diversi documenti. Oltre a lettere provenienti da Ashelon e dal Gentleman, il gruppo trova note riguardanti la sostanza chiamata Residuum ed i risultati degli esperimenti effettuati utilizzando il potere del Luxon. Inoltre i Vaniddazza’s scoprono che qualcuno ha fatto indagini su di loro. I documenti sembrano appartenere a Ikithon anche se le note e le lettere non riportano in chiaro il nome del mago.
Ci sono poi una serie di documenti che riguardano tutti i membri del Cerberus Assembly, con l’eccezione di Ikithon. I documenti sembrano il risultato di indagini finalizzate a scoprire i segreti piu’ nascosti ed imbarazzanti dei membri dell’Assemblea.
Infine, c’e’ un documento che incuriosisce Finnan. Una creatura di nome Quotty, che abita nei boschi che circondano la citta’ di Gwardan, sembra essere stata toccata dal potere del Luxon. Come Finnan, Quotty ha la pelle ricoperta di tatuaggi. Ma l’essere e’ in grado di animare i disegni liberandone il potere. Inoltre un certo Waldorf di Port Damali si dice disponibile a “prelevare” Quotty e trasferirlo a Vergesson. La lettera di Waldorf e’ l’unica espressamente indirizzata a Ikithon.
All’interno della stanza i Vaniddazza’s trovano anche alcune scroll, una strana bolla che sembra fatta di stoffa trasparente ed una asta in miniatura che emette un’aura magica.
Finita l’ispezione della stanza, resta da decidere come uscire dalla prigione. Il gruppo decide di percorrere il corridoio che, verso ovest, conduce alla stanza viola e a quella rossa. Per sicurezza, Jan e Nefeli usano la loro magia per assumere le sembianze delle due guardie uccise.
Mantenendosi nascosti, i due osservano le guardie che presidiano le stanze e ne ascoltano le conversazioni. In lontananza si sentono grida di dolore. Le pareti del dungeon riflettono e distorcono le urla rendendole ancora piu’ terrificanti. Sul terreno spoglio della stanza viola Sing riconosce evidenti scie di sangue. Nella stanza non ci sono prigionieri ma le guardie stanno parlando degli ordini ricevuti: dopo la fuga di Warrick le guardie hanno avuto l’incarico di uccidere tutti i detenuti.
La situazione si fa sempre piu’ tesa. Non soltanto sono all’interno di una prigione piena di guardie, ma, se vogliono salvare i prigionieri ancora in vita, devono trovare un modo per agire in fretta.
Sessione 52: ciao come va?
Nella stanza rossa e in quella viola non ci sono prigionieri. Gli ultimi sventurati “ospiti” della prigione devono trovarsi nella stanza blu e in quella verde. Finnan, Gil-Galad e Sing decidono di ripercorrere a ritroso la strada e raggiungere la stanza blu. Nel frattempo Jan, con l’aiuto di Nefeli, manovra uno dei suoi marchingegni per registrare le conversazioni delle guardie. Il giovane umano spera di utilizzare le conversazioni per ingannare le altre guardie e scappare dalla prigione.
Finnan sente nella sua testa la voce di Jester Lavorre, l’amica di Essek conosciuta a Verstglade. La donna avvisa il barbaro che Essek ha informato il Cobalt Soul della missione dei Vaniddazza’s. Beauregard Lionette si sta recando a Vergesson per andare in soccorso del gruppo. “Datele un motivo per intervenire,” dice Jester, “fate rumore!”
Nella stanza blu ci sono 2 prigionieri ancora in vita. Dalla feritoia della porta Finnan vede 1 solo prigioniero nella stanza verde. Finnan si arrampica sulle scale diroccate da cui era scappato quando era prigioniero. In cima c’e’ una botola. Finnan la apre e si ritrova nel giardino del Sanatorium, vicino alla fontana. Prende la sua fune e la lega ad uno dei pali che recinta il giardino. Poi scende di nuovo nel dungeon raggiungendo Sing e Gil-Galad nella stanza blu.
Mentre discutono sul da farsi, una guardia entra nella stanza verde e si dirige verso la cella del prigioniero. Questo comincia a chiedere pieta’, piangendo. Dice che non raccontera’ a nessuno della prigione, che manterra’ il segreto, ma la guardia non ascolta ragioni e si prepara a prelevare il prigioniero dalla sua cella. Il gruppo decide di agire.
Sing inizia a sussurrare una strana fiaba nelle orecchie di Finnan. Il barbaro percepisce la magia nelle parole del bardo e si sente pervaso da un’innaturale e corroborante energia. Finnan parte all’attacco della guardia, immediatamente seguito da Sing e da Gil-Galad. A nord della stanza verde, nella sala di tortura, l’enorme grata metallica e’ stata spostata e due guardie sono intente a buttare i corpi dei prigionieri morti all’interno del buco sottostante. Finnan intravede i soldati mentre corre verso la sua preda e decide di agire silenziosamente. Utilizzando il manico del suo martello, stringe la gola dell’uomo impedendogli di parlare mentre Gil-Galad lo colpisce con la frusta ed il rapier.
Per Sing la situazione e’ una totale novita’. Trovarsi all’interno di un’avventura simile a quelle che ha letto nei suoi libri. Esserne il protagonista. Tutto e’ eccitante e terrificante. Lui, insieme a Finnan e Gil-Galad, sta assalendo una guardia a pochi metri di distanza dai suoi compagni, cercando di non fare rumore e di ucciderla nel piu’ breve tempo possibile. Cerca di essere d’aiuto, ma non riesce a trovare il modo.
La frusta di Gil-Galad si abbatte sulla guardia schioccando rumorosamente. Dalla stanza a nord una voce con chiaro accento Zemniano chiede “Ti muovi con il prigioniero? Dai che e’ tardi!”. A breve i compari della guardia verranno a controllare e ci saranno altri nemici da gestire.
Nel frattempo Jan e Nefeli sono riusciti a registrare pezzi di conversazione e decidono di raggiungere i loro amici. Ripercorrono il corridoio verso la sala da pranzo e, da li’, imboccano il passaggio verso le celle della stanza blu. A sud, dietro una porta rinforzata, Jan percepisce la presenza di altre persone. Il ragazzo, seguito da Nefeli, si affretta a raggiungere i suoi amici sperando di non essere scoperto. I passi dell’umano e della drow sono, pero’, troppo rumorosi. Mentre i due entrano nella stanza blu altri soldati, allertati dal passaggio di Jan e Nefeli, escono dagli alloggi delle guardie e si dirigono verso le celle. Jan si guarda rapidamente intorno e sente l’inconfondibile suono della frusta di Gil-Galad che si abbatte sulla sua preda. Seguito da Nefeli, il ragazzo raggiunge gli amici nella stanza verde.
Mentre i due mettono a fuoco la situazione, una voce perentoria richiama la loro attenzione. “Cosa sta succedendo? Intrusi! Allarme, allarme!”. Il gruppo e’ stato scoperto.
Finnan lascia la presa sulla guardia e alza il suo martello sopra la testa. Poi violentemente lo abbatte sul cranio del soldato che cade a terra morto. Senza perdere un attimo, il barbaro si gira e corre verso le due guardie che hanno chiamato l’allarme. Mentre corre stende il braccio e materializza una piccola creatura elementale che esplode investendo i due nuovi arrivati. Contemporaneamente, Sing si concentra e, di nuovo, la placca in petto si apre scoprendo la candela di metallo. Una strana nebbia si propaga dalla sua candela fino a raggiungere una delle due guardie, avvolgendola. La nebbia assume la forma di catene eteree che paralizzano l’uomo all’istante.
L’altra guardia deve difendersi dagli attacchi di Finnan e Gil-Galad. Si guarda intorno e vede Nefeli e Jan che hanno ancora le sembianze dei due soldati uccisi in precedenza. “Zilvio aiutami,” dice rivolto a Jan. Il ragazzo, senza pensarci due volte, annuisce, corre verso la guardia paralizzata e gli poggia nelle mani due congegni. Il primo contiene la registrazione delle conversazioni delle guardie, il secondo e’ uno dei 3 congegni esplosivi preparati dal ragazzo. Jan attiva i meccanismi e corre a nascondersi dietro una parete.
Finnan e Gil-Galad conoscono il dispositivo di Jan e sanno che esplodera’. I due scappano via mentre la guardia con cui combattevano si guarda intorno confusa. Da uno dei due dispositivi di Jan si materializza una voce. “Ciao come va? Tutto bene? Si grazie”. La guardia sente la frase provenire dal suo compare immobilizzato. E’ confuso. Guarda il suo compare, poi i suoi nemici, poi di nuovo il suo compare e, a quel punto, il congegno si innesca.
L’esplosione non e’ forte quanto Jan sperava ma e’ sufficiente per ferire sia la guardia immobilizzata che l’altro soldato. Quest’ultimo, istintivamente ha alzato le braccia per proteggersi dall’esplosione. Si gira in direzione dei suoi nemici e incontra lo sguardo di Sing. L’automa gli sta parlando, ma le sue parole sono strane. Un’acuta fitta di dolore lo colpisce alla testa. L’uomo chiude gli occhi. Poi li riapre proprio mentre un dardo infuocato, scagliato da Nefeli, si dirige verso di lui. Il soldato reagisce d’istinto, si china di lato e scansa il colpo ma non si accorge che Finnan e Gil-Galad gli sono di nuovo addosso. Il grosso martello del barbaro gli toglie il respiro. La frusta del paladino lo finisce.
Jan si trova nella sala di tortura col pavimento circolare, nascosto dietro al muro che separa la sala dalla stanza blu. Finnan e Gil-Galad si stanno dirigendo verso la guardia paralizzata, l’unica ancora in vita. Sing sta mantenendo la concentrazione sulla magia che tiene bloccato il soldato. Nefeli raggiunge l’amico e si prepara a lanciare un altro dardo infuocato.
In quel momento un drappello di 9 guardie entra nella sala di tortura. Richiamati dall’allarme e dall’esplosione gli uomini sono pronti a combattere. “Chi siete? Deponete le armi!” intima uno di loro. E’ il momento della verita’. Il gruppo e’ ormai allo scoperto.
Sessione 53: l'Avatar del Mattino
L’uomo alla guida del drappello di guardie sfodera la spada e si guarda intorno per mettere a fuoco la situazione. La grata sul pavimento e’ aperta. Nella stanza verde ci sono 2 guardie morte. Una terza e’ in piedi, immobile. Vicino al cadavere di una delle guardie ci sono Gil-Galad e Finnan, con le loro armi in mano. In fondo alla stanza verde c’e’ uno strano costrutto con mantello e, poco distante, Nefeli, travestita da guardia. Jan, con le sembianze del soldato Zilvio, e’ appoggiato alla parete che divide la sala di tortura dalla stanza verde. Il capitano gli rivolge uno sguardo interrogativo chiedendogli spiegazioni. Il ragazzo non si perde d’animo e, con passo convinto, si dirige verso il drappello. Senza parlare estrae dal suo zaino i due rimanenti congegni esplosivi e li mette nelle mani di uno dei soldati.
Finnan e Gil-Galad capiscono immediatamente le intenzioni del ragazzo. Il suo piano e’, allo stesso tempo, geniale e folle. Le 9 guardie potrebbero scoprire il tranello ed uccidere Jan all’istante. Il ragazzo fa cenno al capo del drappello di attendere mentre, con aria sicura, indietreggia lentamente, allontanandosi dalle bombe. Il capitano e’ sospettoso, sta per reagire, quando Finnan percepisce scorrere dentro di se’ l’energia proveniente dalla sua cintura.
Come se qualcuno stesse parlando alla sua anima, il barbaro sente di poter osare. Di poter rischiare. A passi decisi si avvicina al drappello di guardie. “Sii il mio Avatar”, e’ la frase che rimbomba nella mente di Finnan. Mentre cammina, il suo corpo viene avvolto da un’aura rossa fuoco. Dalle caviglie la magia dell’Avatar del Mattino si propaga a tutto il corpo, danzando sulla sua pelle come fiamma sulla brace.
“Ti ricordi di me?” dice rivolto al capitano delle guardie. Mentre avanza, i soldati estraggono le loro armi e si preparano ad attaccare. Qualcosa nell’atteggiamento di Finnan, pero’, li spinge a fare un passo indietro. “Sono tornato per darvi la punizione che meritate”. La sua voce non tradisce nessun segno di paura. La sua postura e’ presagio di dolore e sofferenza.
Nefeli osserva la scena. Si concentra sul buio, nascosto negli interstizi delle pareti. Proiettato dalle ombre delle fiaccole verdi. La drow chiude gli occhi. La tiara che porta sulla fronte contiene una gemma che si illumina. Come catrame liquido, le ombre nella stanza iniziano a muoversi. Dalle pareti scorrono verso il pavimento. Attraverso il pavimento raggiungono il drappello di soldati.
Finnan e’ sempre piu’ vicino alle guardie. Nessuna di loro emette un fiato, le spade si alzano pronte a colpire. Le ombre lasciano il suolo e si condensano in una densa nube di buio imperscrutabile.
Finnan e’ a pochi centimetri dai soldati. La voce del barbaro raggiunge le orecchie delle guardie immerse nel buio: “Ecco la vendetta per le vostre atrocita'”. Gli ordigni di Jan esplodono. I soldati vengono investiti dall’onda d’urto. Le loro urla di dolore riempiono la stanza e si mischiano al rumore dello scoppio. Finnan sente il calore dell’esplosione. Sente sulla pelle la fiammata ma si accorge di non percepire nessun dolore, come se l’aura di magia che lo circonda lo stesse preservando.
Le esplosioni sono devastanti. Parte del soffitto e delle pareti vengono distrutte. Jan e Finnan sentono crollare l’intonaco e i mattoni. Nefeli lascia andare l’oscurita’ che si dissolve immediatamente. Finnan nota che c’e’ un’apertura nel soffitto da cui filtra della luce. I soldati stanno tossendo per la polvere e hanno i volti ricoperti di bruciature e contusioni. Mentre si rimettono in piedi e si preparano ad attaccare, Finnan sorride, poi aziona il suo anello magico che rilascia una nebbia grigia che avvolge lui ed i soldati che gli sono davanti. Il barbaro, nella sua forma goblin, riesce a vedere le forme dei suoi nemici nonostante la nebbia. I suoi nemici, invece, sono ciechi.
Gil-Galad, Jan, Nefeli e Sing sono fuori dalla nebbia. Gil-Galad e Nefeli, grazie ai loro sensi abituati all’oscurita’, riescono ad intravedere Finnan ed i soldati. Questi, alla cieca, cercano di colpire il barbaro che, pero’, para i colpi e li restituisce con incredibile ferocia. Finnan sembra avere la situazione sotto controllo.
L’attenzione del gruppo viene richiamata dal rumore di un urto violento. La porta di metallo che collega la stanza blu e la stanza verde e’ stata spalancata ed un gruppo di tre soldati si accinge ad entrare nella stanza. Jan e Gil-Galad si lanciano immediatamente sui nuovi bersagli.
Il paladino estrae da una delle sue sacche una manciata di caltrop, piccole sfere ricoperte di punte che Gil-Galad lancia davanti i piedi delle guardie provenienti dalla stanza blu. Due di queste ci poggiano i piedi sopra pentendosi immediatamente della loro avventatezza. Jan comincia a bombardare i soldati con il suo cannoncino, che emette fiammate incendiarie, e con la sua pistola, dalla quale lancia bordate di acido corrosivo. Gil-Galad agita la sua frusta che schiocca abbattendosi sui soldati della prigione. Alle sue spalle, la voce di Sing sta recitando una storia. Il paladino non ne capisce le parole ma sente la magia trasportata dal loro suono circondarlo e ruotargli intorno. Uno dei soldati para il colpo di Gil-Galad e risponde colpendolo di striscio all’addome. La magia di Sing avvolge la spada della guardia propagandosi fino al braccio del soldato che urla di dolore.
Nel frattempo Nefeli ha attaccato la guardia paralizzata. La drow lo colpisce con la sua lama di ombre. Il sangue sgorga dalla pancia dell’uomo. Il viso, prima immobile, si contorce per il dolore. Nefeli capisce che l’uomo non e’ piu’ paralizzato. Sing sta raccontando una storia. E con quella sta proteggendo Gil-Galad. Il bardo vede Nefeli allontanarsi dalla guardia che si sta riprendendo e capisce di aver perso concentrazione per un momento. Chiude gli occhi, e le catene eteree tornano ad immobilizzare il soldato.
Mentre il gruppo combatte, il gatto meccanico di Jan e’ andato in esplorazione. Telepaticamente, il ragazzo gli ha ordinato di ispezionare le altre stanze della prigione. A nord della stanza verde, dove e’ in atto il combattimento, c’e’ un arco che porta in una stanza piena di ragnatele. Qui, sulla parete sud, una strana cornice circonda un portale magico. Proseguendo verso est, nella stanza rossa, il gatto vede altre guardie correre verso il suo padrone. Fino a quel punto il gruppo se l’e’ cavata piuttosto bene. Ma restano ancora una quindicina di soldati da sconfiggere e, probabilmente, una nutrita schiera di maghi addestrati nell’arte della tortura.
Sessione 54: in ritirata
Il gatto meccanico di Jan raggiunge il magazzino in cui i Vaniddazza’s sono arrivati nel dungeon sfruttando il passaggio etereo. Jan e’ in continuo collegamento telepatico con il suo costrutto. Il ragazzo cerca qualcosa da far esplodere ma la dispensa contiene soltanto scatolame, cesti di verdure, formaggi e vino.
Nella sala di tortura Finnan e’ impegnato nel suo combattimento contro il manipolo di guardie. Il capitano agita la sua spada mentre con la voce cerca di indirizzare i suoi soldati. Nonostante la nebbia, l’uomo e due dei suoi uomini riescono ad accerchiare Finnan e tentano di colpirlo. Il barbaro riesce a schivare le stoccate imprecise delle guardie. Assesta un colpo mortale sul cranio del capitano che finisce al suolo morto. Mentre combatte, Finnan urla minacce alla volta dei soldati della prigione che, nell’oscurita’ della nebbia, e senza la guida del loro capitano, fanno fatica ad organizzarsi.
Finnan percepisce una nuova energia attraversargli il corpo. Cerca di incanalarla. Stende il braccio, e l’aura che riveste il suo corpo si concentra in un raggio di luce che si dirige verso uno dei soldati della prigione. Il raggio squarcia la nebbia magica che si apre al suo passaggio come sovrastata da un potere superiore. Il soldato viene investito dalla luce e, gemendo per il dolore, cade in ginocchio affannando.
Nella stanza verde, Gil-Galad e Jan stanno combattendo contro altre 3 guardie. La frusta del paladino addenta il collo di una di queste. Il veleno penetra nel sangue del soldato che, immediatamente, vede una patina nera calargli sugli occhi. Improvvisamente cieco, l’uomo cerca di colpire il vecchio gnomo senza riuscirci. L’acido di Jan lo raggiunge scorticandogli il viso. Il rapier di Gil-Galad lo finisce. L’anziano paladino, colpisce con la sua frusta una seconda guardia. Jan vede l’arma illuminarsi ed esplodere al contatto con la corazza del soldato. L’uomo urla per il dolore accasciandosi in ginocchio. Jan lo bersaglia con le sue bordate di acido corrosivo. Una seconda guardia finisce morta al suolo. La terza, rimasta sola, cerca di difendersi dagli attacchi dei due assalitori ma il suo destino sembra ormai segnato.
Nel frattempo, Sing sta cercando un modo per liberare il prigioniero. La cella e’ chiusa con un lucchetto. Il bardo rovista nelle sue borse ma non ha attrezzi che gli permettano di forzare la serratura. Preso dalla frustrazione inizia a battere i suoi pugni di metallo contro il lucchetto. La serratura non cede. Alle sue spalle, Nefeli e’ ancora davanti alla guardia paralizzata. La drow infilza nuovamente l’uomo e questa volta vede la luce spegnersi nei suoi occhi. Non fa in tempo a gioire della vittoria che un gruppo di guardie, provenienti dalla sala di tortura, sciama nella stanza verde scappando all’oscurita’ accecante della nebbia prodotta dall’anello di Finnan. La drow immediatamente scappa verso la zona sud della stanza mentre incita Sing a fare lo stesso. Il bardo guarda il prigioniero: “Non abbiamo molto tempo, dammi una mano”. L’uomo si alza in piedi a fatica e cerca di aiutare Sing tenendo fermo il lucchetto mentre il bardo si prepara a colpirlo di nuovo.
Nefeli cerca di recuperare tempo. La drow sta cercando di mettere in pratica tutte le tecniche che ha imparato nei libri. La sua tiara si illumina nuovamente e la maga evoca una pozza d’olio sotto i piedi di una delle guardie della prigione. Questa cade a terra rumorosamente. Una seconda guardia, lanciata all’inseguimento di Nefeli, finisce nella pozza e cade anch’essa per terra.
Sing, con l’aiuto del prigioniero, colpisce di nuovo il lucchetto della cella. Questa volta il metallo si incrina, ma non abbastanza da rompersi. Il bardo guarda il prigioniero: “Mi dispiace, amico mio”. E inizia a correre seguendo Nefeli.
I due, passando a sud delle celle, raggiungono Gil-Galad e Jan proprio mentre una terza guardia finisce a terra uccisa dai due compagni. Nel frattempo Finnan e’ arretrato fino alla porta che separa la stanza verde e la sala di tortura. Sta tenendo a bada 3 nemici, ma gli altri soldati sono ormai entrati nella stanza verde e si lanciano all’inseguimento di Gil-Galad, Jan, Nefeli e Sing.
Il gruppo e’ ormai in ritirata. Le guardie sono troppe. Bisogna trovare una via di fuga e bisogna farlo in fretta. Dalle scale della sala di tortura provengono suoni pesanti di passi sulle scale. Qualcuno sta arrivando nel dungeon. Potrebbero essere dei soccorritori. Oppure altri nemici.
Sessione 55: il Sanatorium
Nella stanza verde, uno stretto corridoio separa le celle dalla parete est, dove la porta rinforzata permette di accedere alla stanza blu. In quello stretto corridoio Gil-Galad sta combattendo per bloccare le guardie che arrivano da nord. Jan ha aiutato l’amico a disfarsi di un paio di soldati. Quando capisce che il suo gruppo e’ in ritirata, il ragazzo corre nella stanza blu ed si mette all’opera per liberare i due prigionieri che si trovano nelle celle di questa stanza. Le celle sono chiuse con grossi lucchetti di metallo spesso. La struttura di questo genere di dispositivi e’ molto robusta ma la serratura, tipicamente, e’ piuttosto rozza. Jan sa che, per liberare l’arco di metallo, basta fare pressione sul pistone di blocco e ruotare la molla circolare del catenaccio. Dalla sua borsa estrae un paio di forcelle e, con grande facilita’, apre la prima cella. Immediatamente fa segno all’uomo di alzarsi e seguirlo mentre si dirige alla seconda cella.
Nel frattempo, Nefeli e Sing sono impegnati a scappare da un paio di guardie. I due amici si trovano nella parte sud della stanza verde e corrono in direzione dello stretto corridoio che, a nord, e’ difeso da Gil-Galad. I soldati sono molto vicini, solo in parte rallentati dai fulmini di fuoco di Nefeli e la magia delle parole di Sing.
Finnan e’ ancora all’interno della nebbia prodotta dal suo anello. Mentre combatte contro 3 soldati, il barbaro sente la stanchezza farsi strada nel suo corpo. Alle sue spalle, sente i rumori delle battaglie che i suoi amici stanno sostenendo. Finnan cerca la forza dentro di se, in quell’imperscrutabile contenitore di energia che si e’ formato nel suo corpo. Urla per la rabbia e l’energia esplode gonfiando i suoi muscoli. Finnan si gira e alle sue spalle, in fondo alla stanza, vede Sing e Nefeli correre inseguiti da una guardia. Immagina di raggiungerli e, istantaneamente, e’ vicino a loro. Carica verso il soldato, lo sperona con la sua spalla colpendolo al petto. La guardia ferma la sua corsa e si prepara ad attaccare. Allora Finnan carica ancora, questa volta tenendo davanti a se’ il suo scudo magico. Colpisce il soldato che vola in aria per poi cadere rumorosamente sul pavimento.
Jan ha aperto la seconda serratura. I prigionieri sono emaciati e deboli. Uno dei due non riesce a reggersi in piedi. Il ragazzo lo aiuta e inizia a dirigersi verso lo sgabuzzino con le scale diroccate. Mentre cammina richiama gli amici: “Che fate ancora li’? Dobbiamo muoverci”.
Gil-Galad e’ impegnato a bloccare le guardie all’ingresso nord dello stretto corridoio mentre a sud Finnan sta combattendo contro i soldati che inseguivano Sing e Nefeli. Altri soldati, usciti dalla nebbia grigia, sono entrati nella stanza verde. Dal lato di Gil-Galad ci sono ormai 6 guardie da tenere a bada, mentre dal lato di Finnan ce ne sono 4.
Nefeli sta aiutando Finnan. La maga della Dinastia lancia il suo coltello d’ombra dalla distanza. L’arma magica forma sottili fili neri che assorbono energia dagli angoli bui della stanza prima di colpire il bersaglio. Il soldato che aveva inseguito lei e Sing e che adesso e’ impegnato in un corpo a corpo con Finnan, viene raggiunto all’addome. Intorno alla ferita l’alone nero formato dall’arma magica di Nefeli viene colorato dal sangue cremisi che sgorga copioso. Il soldato si piega per il dolore. Cerca di afferrare la lama che lo ha colpito, ma l’arma di Nefeli scompare per ricomparire nella mano della sua padrona. L’uomo inizia a scappare ma il martello di Finnan lo colpisce alla schiena, uccidendolo.
Dietro di lui, un altro soldato e’ pronto a colpire Finnan mentre altre due guardie sono impegnate a superare la pozza di olio creata in precedenza da Nefeli. I due uomini fanno fatica a stare in piedi mentre aiutandosi a vicenda procedono con cautela.
All’ingresso nord del corridoio, Gil-Galad continua a combattere. Davanti alla porta della stanza blu, circondato dai caltrop che ha sparso sul pavimento, l’anziano paladino scocca la frusta e affonda con il suo rapier. Poi fa un passo indietro per schivare gli attacchi delle guardie per poi riprendere la posizione a difesa della porta. Le guardie piu’ distanti premono su quelle piu’ vicine. Queste sono bersagliate dai colpi di Gil-Galad. Cercano di allontanarsi ma i loro compagni continuano a spingerle in avanti.
Uno dei soldati riesce ad afferrare Gil-Galad per le spalle. L’uomo e’ visibilmente ferito. Vorrebbe lanciare il piccolo gnomo a terra per fermare i suoi attacchi. Mentre spinge il paladino, le parole di Sing lo raggiungono. L’uomo e’ confuso. Gil-Galad approfitta della confusione e si abbassa passando sotto le gambe della guardia. Il soldato perde l’equilibrio, cade alle spalle di Gil-Galad e viene infilzato dai caltrop del paladino. Il suo corpo resta immobile, l’uomo e’ rimasto vittima delle puntine di Gil-Galad.
Dalla stanza blu arriva il richiamo di Jan. Quasi contemporaneamente, un forte rumore di ferro e pietre esplode proveniente dalla sala di tortura. L’esplosione causata dai congegni di Jan ha indebolito le antiche pareti della prigione le quali stanno cedendo. Bisogna andarsene in fretta.
Gil-Galad si gira indietro per guardare la scopa che porta sulla schiena come un’arma. “Gwil-na Jan”, dice in elfico, e la scopa si anima e si dirige verso Jan. Il ragazzo aiuta i due prigionieri a salire sulla scopa volante e, trascinandola, raggiunge le scale diroccate ed inizia a salire. Con l’aiuto della corda predisposta da Finnan, la salita e’ piuttosto agevole. Mentre si arrampica, Jan viene superato da Sing e raggiunto da Nefeli. Il bardo, innaturalmente agile per un costrutto, percorre velocemente tutte le scale mentre lancia incoraggiamenti all’umano e alla sua amica drow. Raggiunta la superficie, Sing si ritrova nel giardino del Sanatorium. Tutto intorno, vecchie e pesanti mura formano un perimetro ottagonale che protegge 3 grosse costruzioni. La botola da cui e’ uscito in superficie, si trova in prossimita’ di un vialetto che conduce ad una porta di ingresso alle mura. Le 3 costruzioni interne sembrano molto piu’ moderne e sono abbellite con intarsi e marmi i quali sembrano propri di costruzioni da ricchi. Sing si accovaccia e cerca di rimanere nascosto mentre aiuta i suoi compagni a raggiungere l’esterno della prigione. Sente numerosi passi all’interno delle mura, a nord della sua posizione.
Nella stanza verde sono rimasti soltanto Finnan e Gil-Galad. Il barbaro deve vedersela con 3 soldati, ma sa che c’e’ ancora un prigioniero in cella. Si concentra tentando di mettere a fuoco l’energia che poco prima gli ha permesso di teletrasportarsi. Immagina di trovarsi nella cella in cui e’ rinchiuso il prigioniero e, come era successo in precedenza, lo spazio sembra squarciarsi e Finnan si ritrova al fianco del prigioniero. C’e’ da capire come aprire la cella. Il barbaro si prepara a forzare la serratura quando sente un urlo provenire da Gil-Galad. I soldati sono riusciti a rompere la sua guardia. Il paladino e’ a terra circondato da 4 soldati.
Mentre ragiona sul da farsi un’altra esplosione rompe l’aria. La porta che collega le scale alla sala di tortura e’ stata divelta e altre forze sono in arrivo nelle anguste stanze della prigione.